IL castello di Prata Sannita e la sua storia

“Il Castello di Prata Sannita sorge su un costone di roccia sfruttando le asperità naturali e sovrasta il piccolo Borgo Medioevale in parte ancora cinto dalle mura merlate nel lato a Oriente verso il fiume Lete.
Il territorio di Prata é situato allinterno della Regione Campania, quasi all’estremo Nord, ai confini con il Molise ed é compreso nella antica regione sannitico-irpina alla quale, successivamente, si sovrappose la struttura della cosiddetta “Longobardia minore” suddivisa nei tre Principati di Benevento, di Capua e di Salerno.
Fonti storiche documentabili danno per certa l’esistenza di Prata fino dal VI secolo d.C. sotto il Ducato di Arechis principe longobardo.
Nel periodo angioino diviene feudo della famiglia VILLACOUBLAI (a. 1271) seguita da quelle dei CAPUANO, dei SANFRAMONDO e dei PANDONE, questi ultimi originari di Capua.
Gli esponenti più illustri furono Carlo, Francesco e Scipione al quale si deve il completamento della costruzione del convento di San Francesco, inaugurato nel 1480 e che indicò nel proprio testamento il desiderio di essere seppellito nella chiesa del convento stesso in abito francescano.
Il dominio sulla Baronia si estinse con Enrico, processato e giustiziato a Napoli con l’accusa di ribellione nel 1528.
Nella prima metà del XVI secolo, nella relazione dei possedimenti feudali voluta dal Governo spagnolo ( a seguito della pace stipulata ta Spagna e Francia nel 1505 ) e conservata presso l’Archivio reale di Simancas, Prata é descritta come una terra molto fertile, ricca di vigne, di oliveti, di molini, tanto da valere diecimila ducati doro (diez mil ducatos de oro) e con un castello bello che domina la terra circostante dallalto del monte (castillo bello en lo alto del monte que segnorea la tierra). Risale a questo periodo l’assegnazione del feudo alla famiglia ROTA, originaria di Asti e scesa nel Regno di Napoli al seguito di Carlo I d’Angiò.
Antonio Rota risulta assegnatario dal 1534 ma l’esponente più illustre di quella famiglia fu Berardino, noto come letterato oltre che come uomo d’arme.
Un suo epigramma in latino é dedicato al fiume Lete: “…Ad Lethem flumen apud Pratam ditioni suae oppidum…”
Verso la fine del XVII secolo e per tutto il secolo successivo Prata divenne feudo della famiglia INVITTI (Principi di Conca e Marchesi di Prata) che assume il Castello come residenza periodica e ne cura la trasformazione di alcuni ambienti oltre a favorire l’abbellimento della chiesa di San Pancrazio e del convento di San Francesco.
Agli inizi del XIX secolo, il Castello é soggetto ad ulteriori restauri ad opera dei nuovi proprietari che ne fanno ribassare le volte facendole decorare con semplici motivi floreali.
Dal 1984 il Castello é sottoposto a vincolo con decreto del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali.
Il primo impianto del complesso monumentale e del Borgo sottostante risale all’anno Mille, quando il villaggio di Prata Piana, posto nella pianura in direzione di Venafro, fu raso al suolo dalle truppe mercenarie saracene chiamate in queste contrade da Redelchisio, principe longobardo di Benevento nell’anno 863.
Di questa primitiva costruzione non esiste alcuna fonte figurativa.
L’aspetto attuale del complesso é quello trecentesco, tipico dell’architettura angioina, con le caratteristiche torri cilindriche poste su possenti basi tronco-coniche di notevole altezza che ne rendono evidente la funzione primaria eminentemente difensiva.”
Vittorio Gabriele Scuncio

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